100 brevi biografie di Ornitologi italiani

Fausto Barbagli & Carlo Violani

Monografia tratta da: Brichetti P. & Gariboldi A. 2002. Manuale di Ornitologia 3. Edagricole, Bologna

Introduzione

Scopo di queste pagine è fornire ai lettori uno strumento per reperire agevolmente notizie e dati bibliografici sui principali studiosi citati nella ricca letteratura ornitologica italiana.

Il contesto editoriale non ci consente purtroppo di dilungarci, come sarebbe stato doveroso, su molti dati bio-bibliografici. La scelta stessa dei personaggi è forzatamente arbitraria e si è limitata agli studiosi più rappresentativi, dal tredicesimo secolo ad oggi. Accanto ad autori italiani abbiamo incluso anche alcuni stranieri che operarono nel nostro Paese, pubblicando quasi sempre nella nostra lingua.

Le biografie si articolano secondo il seguente impianto. Iniziano con cognome, nome, località e data di nascita, separate da un trattino da quelle di morte. Seguono notizie succinte su ceto, professione e interessi del personaggio e vengono evidenziati i principali contributi portati alla scienza ornitologica, sottolineando l’entità della produzione bibliografica e ricordando le opere principali. Particolare attenzione è stata prestata all’ambito geografico di studio, ad eventuali attività collezionistiche e tassidermiche, nonché alla partecipazione a comitati editoriali di riviste ornitologiche. Data l’importanza dell’ Inchiesta ornitologica, promossa alla fine dell’Ottocento da Enrico Hillyer Giglioli, nello sviluppo delle conoscenze avifaunistiche italiane, abbiamo puntualizzato l’eventuale partecipazione all’iniziativa e il distretto di osservazione (per approfondimenti sull’ Inchiesta ornitologica si veda: Barbagli & Violani, 1996 - Riv. ital. Orn., 66: 136-146). Se presente, viene indicato al termine della biografia, entro parentesi quadre, il riferimento bibliografico all’elenco delle pubblicazioni dell’autore.

Elenco alfabetico degli ornitologi

Ademollo Alfonso (Firenze 8.XI.1829 – Grosseto 20.XI.1895)

Medico praticante, letterato e storico, compilò l’opera “Ornitologia Maremmana” (1877) in occasione della sua nomina a conservatore del museo archeologico di Grosseto, che comprendeva anche una collezione naturalistica. Contribuì all’ Inchiesta ornitologica di E. H. Giglioli, con notizie sugli uccelli del Grossetano.

 

Aldrovandi Ulisse (Bologna 11.IX.1522 – Bologna 4.V.1605)

Naturalista eclettico e professore all’Università di Bologna, si occupò, tra l’altro, di botanica, zoologia, mineralogia e paleontologia. Radunò cospicue collezioni di libri e reperti naturalistici, in parte ancora oggi conservati a Bologna. Compilò un gran numero di opere, rimaste per lo più manoscritte poiché in vita pubblicò solo quattro volumi di storia naturale e altri nove videro la luce, postumi, dal 1606 al 1668. A 77 anni, nel 1599, iniziò la pubblicazione del trattato sugli Uccelli “Ornithologiae” in tre tomi, che portò a compimento nel 1602. Nel titolo di quest’opera, compare per la prima volta il vocabolo “Ornitologia”, che ben presto si affermò nel linguaggio comune. Nel trattato, riccamente illustrato con xilografie, sono raffigurati numerosi uccelli italiani ed esotici, oltre a varie razze di volatili domestici.

 

Altobello Giuseppe (Campobasso 4.XI.1869 – Campobasso 9.XI.1931)

Medico praticante e naturalista, si occupò dello studio della fauna molisana e abruzzese. Pubblicò una decina di contributi ornitologici consistenti nel “Saggio di Ornitologia italiana. I rapaci” (1920) e in brevi articoli comparsi, per lo più, sul periodico “Avicula”. Coltivò anche gli studi teriologici descrivendo il Lupo italico e l’Orso marsicano. Radunò un’importante collezione faunistica  locale acquisita poi dal Museo di Zoologia dell’Università di Bologna e in seguito passata in gran parte all’INFS (Ozzano Emilia). In tale raccolta erano in origine compresi 2240 uccelli.

 

Antinori Orazio (Perugia 23.X.1811 – Let Marefià, Etiopia 26.VIII.1882)

Marchese e naturalista fu abile tassidermista e grande esploratore. Fervente patriota partecipò a vari eventi storici del risorgimento. In gioventù, a Perugia, si dedicò alla preparazione di una collezione ornitologica locale che donò all’Università di quella città, prima di trasferirsi a Roma dove lavorò come preparatore naturalista presso C.L. Bonaparte. Viaggiò in Egitto e Sudan, dove radunò una notevole collezione ornitologica di cui pubblicò un catalogo descrittivo (1864). La raccolta, acquistata dal Governo italiano, fu smembrata e destinata a vari musei. Prese poi parte al viaggio in Mar Rosso con A. Issel e O. Beccari, proseguendo con quest’ultimo per il paese dei Bogos (Eritrea). Diresse la spedizione italiana in Africa equatoriale (1875-1878) ed esplorò, infine, lo Scioa, raccogliendo anche materiale ornitologico studiato da T. Salvadori.

 

Arrighi Griffoli Giacomo (Firenze 23.VI.1850 – Lucignano, Arezzo 16.I.1915)

Ingegnere e proprietario terriero, fu appassionato cacciatore e valente ornitologo. Partecipò all’ Inchiesta ornitologica di E.H. Giglioli inviando le proprie osservazioni sulla Valdichiana. La sua bibliografia conta una trentina di titoli tra cui le due edizioni dell’ “Avifauna della Val di Chiana” (1891 e 1913). Si occupò di tematiche inerenti la caccia e la protezione degli uccelli, adoperandosi per il rispetto della allora vigente legge venatoria e per la approvazione di una nuova legislazione in materia. Con questo spirito scrisse, come supporto per il legislatore, le “Note e appunti di un cacciatore sui nostri uccelli migratori”, comparse su “Avicula” in 33 puntate (1897-1906). Radunò una cospicua collezione ornitologica poi donata al Museo zoologico “La Specola” di Firenze. [El. pubbl. in: Barbagli F., Manganelli G. & Spadini V., (1999) – Giacomo Arrighi Griffoli un ornitologo lucignanese di fine Ottocento – Comune di Lucignano]

 

Arrigoni degli Oddi Ettore (Ca’ Oddo, Monselice, Padova 13.X.1867- Bologna 16.II.1942)

Conte e ornitologo fu libero docente di zoologia all’Università di Padova. Dedicò la sua vita alla caccia e allo studio dell’avifauna; fu autore di circa 250 contributi sull’ornitofauna europea e in particolare su quella italiana. Formò la più grande collezione di uccelli paleartici esistente nel nostro Paese, ricca di oltre 10000 esemplari che, donata allo Stato italiano, fu destinata al Museo zoologico di Roma dove è conservata. Coi tipi di Ulrico Hoepli pubblicò tre importanti monografie: l’ “Atlante ornitologico europeo” (1902), il “Manuale di ornitologia italiana” (1904) e l’ “Ornitologia italiana”. Quest’ultima, edita nel 1929, costituisce un compendio critico completo delle conoscenze ornitologiche italiane dell’epoca e risulta ancora insuperata per le descrizioni morfologiche delle specie. Di ampio respiro anche il “Testo esplicativo ed illustrativo delle disposizioni vigenti in materia venatoria” (1926) in cui riporta integralmente i provvedimenti giuridici sulla caccia, spiegando il significato dei termini tecnici riferiti ai sistemi agli strumenti di caccia e alla loro legittimità d’uso. Descrisse sette nuove sottospecie di uccelli italici, tre delle quali sono oggi ritenute valide. Insieme a F. Cavazza, F. Chigi, A. Ghigi, G. Martorelli e T. Salvadori, fu fondatore della “Rivista italiana di Ornitologia” stampata per la prima volta a Bologna nel 1911. [El. pubbl.: Ninni E. (1942) Riv. ital. Orn., 12: 66-80]

 

Baucia Amedeo (Cassine, Alessandria, IX.1890 – Milano?, 28.V.1935)

Funzionario postale e ornitofilo trattò temi ornitologici nelle sue prose di delicato sapore letterario, originate dal suo amore per la natura e il mondo alato. Interessanti osservazioni si ritrovano in “Avifauna in guerra” (1923), “Ca’ Oddo” (1931) e “Le gioie dei campi” (1932).

 

Beccari Odoardo (Firenze 17.X.1843 – 25.X.1920)

Botanico, geografo ed esploratore, intrapresi viaggi sotto l’egida del Museo civico di storia naturale di Genova, da solo o con L. M. D’Albertis. Esplorò Borneo (1865-1868), Papuasia, Giava, isole Kei e Aru, Molucche, Celebes (1871-1876) e Sumatra (1878), da cui riportò anche cospicue collezioni ornitologiche studiate da T. Salvadori. Osservò e descrisse per primo la “capanna” dell’uccello giardiniere (Amblyornis inornatus).

 

Beni Carlo (Stia, Arezzo 7.II.1849 – Firenze, 20.XI.1932)

Avvocato, storico e personalità politica si occupò anche di zoologia, pubblicando, nella sua “Guida del Casentino”(1889), un elenco di vertebrati del luogo. Per la stessa località fu corrispondente dell’Inchiesta ornitologica di E. H. Giglioli e radunò una collezione di uccelli casentinesi preparati personalmente, oggi conservati nel Museo ornitologico di Stia a lui intitolato.

 

Benoit Luigi (Avola, Siracusa 8.II.1804 – Messina 19.XII.1890)

Attivo a Messina tra il 1840 e il 1882, fu valido malacologo specializzato in molluschi terrestri e d’acqua dolce e intrecciò contatti coi principali specialisti dell’epoca. Si occupò anche dello studio degli uccelli e pubblicò l’ “Ornitologia siciliana” (1840), opera che costituisce la prima attendibile avifauna dell’Isola e nella quale sono segnalate 270 specie. Per la compilazione di questo volume compì numerose escursioni in varie parti dell’Isola in diverse stagioni e si avvalse degli esemplari della propria collezione.

 

Bettoni Eugenio (Milano 24.VII.1845 – Brescia 5.VIII.1898)

Naturalista bresciano, si occupò soprattutto di ittiologia e piscicoltura, ma compì anche numerosi studi sull’allevamento del baco da seta. In campo ornitologico il suo nome resta legato alla “Storia naturale degli uccelli che nidificano in Lombardia” (1865-1871), di cui realizzò il testo quando era ancora studente in medicina all’Università di Pavia. L’opera, tirata in sole 100 copie, illustra la collezione di uova, nidi e pulcini dei conti Turati di Milano, in due volumi con 120 tavole cromolitografiche dell’artista Oscar Dressler. Degni di nota anche i “Prodromi della faunistica bresciana” (1884), in cui Bettoni elenca tra l’altro le specie di uccelli osservate in quella provincia, indicandone nome scientifico e dialettale, oltre a frequenza e indicazioni di località. [El. pubbl.: Pavesi P. (1898) Rendiconti Ist. Lomb. Sc. Lett., (II) 31: 1285-1299]

 

Bonaparte Carlo Luciano (Parigi, Francia 24.V.1803 – Parigi 29.VII.1857)

Principe di Canino e poi di Musignano, era nipote di Napoleone Bonaparte. Ardente repubblicano, combattè per la Repubblica Romana. Naturalista e ornitologo fu in contatto con le più autorevoli personalità e Accademie scientifiche del tempo. Operò a lungo in Italia e fu tra i promotori delle riunioni preunitarie degli scienziati italiani. Scrisse numerose opere di sistematica dei vertebrati e la celebre “Iconografia della fauna italica” (1832-1841). Studiò soprattutto avifaune esotiche; in campo ornitologico italiano pubblicò anche uno “Specchio comparativo delle ornitologie di Roma e Filadelfia” (1827) con relativo “Supplemento” (1831).

 

Bonelli Franco Andrea (Cuneo 11.XI.1784 – Torino 10.XII.1830)

Naturalista piemontese, insegnò all’Università di Torino e diresse il museo di zoologia dal 1811 fino alla morte. Entrò in rapporto con G. Cuvier a Parigi e fu tra i primi ad introdurre in Italia le teorie evoluzionistiche di J.B. Lamarck. Lasciò numerose opere, molte delle quali manoscritte; tra le sue pubblicazioni vanno ricordati il “Calendrier zoologique en Piémont” (1810) e il “Catalogue des Oiseaux du Piémont” (1811). Portano il suo nome il Luì bianco (Phylloscopus bonelli) e l’Aquila del Bonelli, descritta da Temminck come Falco bonelli, sinonimo di Hieraaetus fasciatus.

 

Bonomi Agostino (Madice, Trento 28.VIII. 1850 – Rovereto, Trento 19.VI.1914)

Naturalista e professore al Ginnasio di Rovereto, si occupò prevalentemente di ornitologia e inviò dati a E. H. Giglioli per l’Inchiesta ornitologica. Pubblicò una cinquantina di contributi riguardanti gli uccelli del Trentino; tra queste le sette “Contribuzioni alla Avifauna Tridentina” e le notizie ornitologiche che periodicamente inviava alla rivista “Avicula”, di cui fu anche uno dei promotori. [El. Pubbl.: Vallon G. (1914) Riv. ital. Orn., 3: 217-220]

 

Bossi Luigi (Milano 28.II.1758 – Milano 10.IV.1835)

Nobiluomo laureato in giurisprudenza, si occupò sia di storia e letteratura sia di scienze. Nel 1822 pubblicò il “Trattato delle malattie degli uccelli e dei diversi metodi di curarle” che, oltre ad approfondire argomenti pertinenti le patologie, l’igiene, la cura e l’allevamento dei volatili, riporta, in un’estesa appendice, la loro divisione sistematica, l’elenco dei nomi volgari lombardi e un interessante catalogo degli uccelli della Lombardia.

 

Brandolini Alfredo (Ravenna 15.II.1892 – Ravenna 6.III.1965)

Laureato in agraria, si dedicò alla caccia e all’agricoltura. Autore di una ventina di lavori ornitologici, si occupò soprattutto dell’avifauna del Ravennate e della Romagna in generale zone di raccolta della maggior parte degli esemplari della sua nutrita collezione. Quest’ultima e gran parte della sua ampia e preziosa biblioteca specialistica furono legate in eredità al Comune di Ravenna, che le destinò al locale museo ornitologico di scienze naturali a lui intitolato.

 

Brogi Sigismondo (Siena 28.XII.1850 – Siena 17.VII.1899)

Naturalista preparatore, fu titolare di un celebre Gabinetto tassidermico a Siena che fornì materiale naturalistico a quasi tutte le istituzioni scientifiche del tempo. Di fondamentale importanza risultò il contributo da lui dato agli studi avifaunistici attraverso la fondazione di “Avicula”, il primo periodico ornitologico pubblicato in Italia, edito a Siena dal 1897 al 1910. Ad opera sua erano precedentemente sorti, nel 1881, il “Bollettino del Naturalista” e la “Rivista italiana di Scienze Naturali”. Contribuì attivamente alla compilazione dei suoi giornali, firmandovi segnalazioni e redigendo inserzioni e redazionali.

 

Caffi Enrico (S. Pellegrino Terme, Bergamo 30.VI.1866 – Bergamo 28.VIII.1948)

Sacerdote e naturalista, insegnò per molti anni nelle scuole di Bergamo e si occupò oltre che di zoologia, anche di botanica, geologia e paleontologia. Fra le sue opere in campo ornitologico sono da ricordare “Gli uccelli del Bergamasco” (1913), di cui una seconda edizione molto ampliata uscì nel 1951, e il “Saggio di dizionario dell’Avifauna bergamasca” del 1898. Fu fondatore e primo direttore del Museo civico di Storia Naturale di Bergamo, ora a lui degnamente intitolato.

 

Calvi Girolamo (morto a Genova nel 1835)

Medico chirurgo e conservatore del Museo di storia naturale dell’Università di Genova nel 1822 sotto la direzione di Domenico Viviani, divenne poi docente di Istituzioni chirurgiche nel 1825 e di operazioni chirurgiche e ostetricia nel 1826, per essere infine incaricato di clinica esterna nel 1831. Morì durante un’epidemia di colera. Appassionato collezionista di uccelli liguri, ne possedeva una collezione che gli servì per la compilazione del suo “Catalogo di ornitologia di Genova” (1828), una delle prime avifaune locali pubblicate in Italia.

 

Cambi Davide (Salò, Brescia 4.VI.1948 – Virana, Cuba 27.XI.1988)

Insegnante di scuola media fu un valido ornitologo ed abile fotografo, si dedicò alla ricerca sul campo in diverse regioni d’Italia e collaborò al Progetto Atlante Italiano in Basilicata e Campania. Realizzò, oltre a libri ed articoli di carattere naturalistico divulgativo, una quarantina di contributi scientifici da solo o in collaborazione col padre Luigi o con l’amico P. Brichetti. Con quest’ultimo autore firmò l’ “Atlante degli Uccelli nidificanti in Provincia di Brescia” (1985) e l’ “Atlante degli uccelli svernanti in Provincia di Brescia” (1990) che, uscito dopo la sua morte, è il primo contributo di questo genere per l’Italia. [El. pubbl.: Brichetti P. (1989) Riv. ital. Orn., 59: 96-101]

 

Cara Gaetano (1803 1877)

Direttore del Regio Museo di storia naturale e di Antichità dell’Università di Cagliari ne arricchì notevolmente le collezioni, soprattutto quelle ornitologiche. Nel 1827, dopo tre anni di prova al Museo di storia naturale di Torino fu nominato assistente preparatore del nascente museo di Cagliari. La nomina a direttore gli giunse nel 1840, ma dovette ritirarsi nel 1858 per grave malattia; guarito, riassunse la direzione del museo nel 1862. è famoso il suo “Elenco degli uccelli che trovansi nell’Isola di Sardegna od Ornitologia Sarda “ (1842), criticato da Gené e Salvadori. Alle contestazioni di quest’ultimo, Cara rispose con un volumetto, dai marcati toni polemici, dal titolo “Osservazioni al catalogo degli Uccelli di Sardegna pubblicato dal dott.re Tommaso Salvadori ” (1866).

 

Carazzi Davide (Sanbonifacio, Verona 1858 – Firenze 18.I.1923)

Professore di anatomia e fisiologia comparata a Firenze, si occupò, oltre che di ornitologia, di fisiologia dei molluschi, di parassitologia e di tecniche di microscopia. Fu direttore del Museo civico di storia naturale di La Spezia, dove radunò un’interessante collezione ornitologica regionale di circa 300 esemplari, distrutta durante la seconda guerra mondiale. Fu corrispondente di Giglioli per l’Inchiesta ornitologica dal distretto di La Spezia e pubblicò alcuni lavori sugli uccelli della provincia.

 

Carruccio Antonio (Cagliari 17.I.1839 – Roma 3.I.1923)

Eclettico zoologo si occupò dello studio degli insetti e dei vertebrati. La sua carriera universitaria lo vide aiuto a Cagliari, assistente a Firenze e professore a Modena prima e Roma poi. Autore di numerose pubblicazioni, firmò alcuni contributi sull’avifauna del Modenese, del Romano e della Sardegna. Fu fra i fondatori della Società Entomologica Italiana, della quale fu il primo segretario, e della Società romana per gli studi zoologici, poi Società zoologica italiana. Il Bollettino di quest’ultima istituzione rivestì anche interesse ornitologico poiché, tra il 1892 e il 1915, vi comparvero numerosi articoli sull’avifauna dell’Italia centrale.

 

Caterini Francesco (Pisa 8.II.1895 – Pisa? 22.II.1980)

Naturalista, fu prima assistente di geologia e incaricato di paleontologia all’Ateneo pisano e poi insegnante di scienze all’Istituto Magistrale di Pisa. In campo ornitologico pubblicò, nel 1938, due monografie in collaborazione con Luigi Ugolini “Il libro degli uccelli italiani” e il “Dizionario dialettale italiano degli uccelli d’Italia”, che ebbero entrambe ampia diffusione. Oltre a numerosi contributi geologici e paleontologici, diede alle stampe più di cinquanta articoli ornitologici in prevalenza sulla “Rivista italiana di Ornitologia” e sugli “Atti della Società toscana di Scienze naturali”. Si dedicò all’inanellamento e allo studio delle migrazioni degli uccelli, fondando nel 1933 l’Osservatorio ornitologico di Pisa del quale fu attivo direttore. [El. pubbl.: Ortali (1980) Riv. ital. Orn., 50: 221-224]

 

Cavazza Filippo (Bologna 21.III.1886 – Firenze 9.I 1953)

Di nobile origine, libero docente in zoologia e in zootecnica all’Università di Bologna, si occupò di sistematica ed ecologia dei mammiferi e del fenomeno dell’ibridazione in zoologia. In campo ornitologico ha al suo attivo oltre una decina di pubblicazioni, tra cui studi sull’avifauna della Tripolitania e ricerche sul Crociere. Nel 1911 fu fra i fondatori della “Rivista italiana di Ornitologia” del cui Comitato di Redazione fece parte fino al 1941. [El. pubbl.: Ghigi A. (1959) Riv. ital. Orn., 23: 171-175]

 

Cetti Francesco (Mannheim, Germania 9.VIII.1726 – Sassari 20.XI. 1778)

Nato da genitori di Como, studiò in Lombardia. Entrato nell’ordine dei Gesuiti, insegnò matematica all’Università di Sassari dove era stato inviato, con altri illustri colleghi, dal Re di Sardegna Carlo Emanuele III per migliorare il livello didattico di quell’Ateneo. Grazie a varie escursioni naturalistiche in Sardegna, ne divenne un profondo conoscitore e iniziò la pubblicazione di una “Storia naturale della Sardegna” di cui uscirono solo tre volumi: “Quadrupedi” (1774), “Uccelli” (1776), “Pesci” (1778).

 

Chelini Alberto (1938 – 24.XII.1982)

Funzionario del Ministero di Agricoltura e Foreste, contribuì alla realizzazione di molti decreti ministeriali per la tutela delle nostre zone umide. Rappresentò l’Italia all’Ufficio per le ricerche sugli uccelli acquatici (IWRB), essendo collaboratore sia del WWF sia dell’UNAVI. Si adoperò per appianare le inevitabili divergenze tra mondo venatorio e associazioni ambientalistiche. Pubblicò alcuni lavori ornitologici di vario respiro interessandosi soprattutto agli uccelli acquatici, come testimonia il suo volume “Anatre selvatiche” uscito postumo nel 1984.

 

Chigi della Rovere Francesco (Roma 4.IV.1881 – Roma 2.VII.1953)

Principe e appassionato cultore delle scienze naturali, organizzò e diresse l’Osservatorio ornitologico di Castel Fusano per lo studio delle migrazioni mediante inanellamento. Fondò la rivista “Rassegna Faunistica”, edita a Roma dal 1934 al 1938, e nel 1911 fu tra i promotori della “Rivista italiana di Ornitologia” nel cui Comitato di Redazione rimase fino alla morte. Rivestì anche importanti cariche nell’amministrazione di enti con scopi venatori e scientifici e fu fra i fondatori del Giardino zoologico di Roma. La sua bibliografia comprende una sessantina di lavori ornitologici, di sistematica, tassonomia, faunistica, biologia e studio delle migrazioni. [El. pubbl.: Toschi A. (1954) Riv. ital. Orn, 24: 57-73]

 

Contarini Niccolò (Venezia 24 o 26.IX.1780 – Venezia 16.IV.1849)

Conte e possidente agricolo fu un buon botanico e un ottimo zoologo dedito allo studio della Laguna veneta. Al centro dei suoi intessi zoologici furono le attinie, gli insetti e gli uccelli. Appassionato cacciatore, fra le sue collezioni zoologiche radunò una raccolta di uccelli poi pervenuta al Museo civico di storia naturale di Venezia. In occasione della IV Riunione degli scienziati italiani (Padova, 1842), presentò il “Catalogo degli uccelli delle provincie di Padova e Venezia”. Nel 1847, nel volume “Venezia e le sue Lagune”, apparve anonimo un suo contributo che, diviso in tre capitoli (Ornitologia, Cenni sopra il passaggio degli Uccelli nelle venete provincie, Cenni sopra le caccie nella provincia di Venezia), costituisce una vera e propria monografia sugli uccelli veneti in cui sono enumerate oltre 300 specie, con dettagli su morfologia, comportamento e fenologia.

 

Costa Achille (Lecce 10.VIII.1823 – Roma 17.XI.1898)

Professore di zoologia all’Università di Napoli e direttore del museo zoologico, mantenne l’incaricò per quasi quarant’anni. Fu soprattutto entomologo, ma si occupò anche di svariati gruppi animali, rivolgendo la sua attenzione anche agli uccelli e pubblicando alcuni contributi in materia.

 

Costa Oronzio Gabriele (Alessano, Lecce 28.VIII.1787 – Napoli 7.XI.1867)

Medico e naturalista eclettico, fu dal 1836 professore di zoologia all’Università di Napoli dove diresse anche il museo zoologico. Nel 1849 fu destituito dall’incarico perché accusato di aver preso parte ai moti dell’anno precedente. Richiamato in servizio cedette la cattedra al figlio Achille e fu nominato professore emerito. Pubblicò in materia ornitologica una mezza dozzina di contributi e dedicò a questo argomento due volumi della “Fauna del Regno di Napoli” (1857).

 

D’Albertis Luigi Maria (Voltri, Genova 21.XI.1841 – Sassari 2.IX.1901)

Naturalista e viaggiatore, esplorò, per incarico del Museo civico di storia naturale di Genova, in compagnia di O. Beccari, le Molucche e la Nuova Guinea, da cui riportò importantissime collezioni scientifiche (1871-1872). Durante successivi viaggi di raccolta (1874-1877) visitò ancora la Nuova Guinea, proseguendo per l’Australia e le Isole Hawaii. L’abbondante materiale ornitologico, ricco di specie nuove, fu studiato dall’inglese Philip Lutley Sclater e, in gran parte, da Tommaso Salvadori. In collaborazione con quest’ultimo, D’Albertis descrisse la raccolta di uccelli provenienti dall’Isola Yule e dalla penisola orientale della Nuova Guinea (1875). Pubblicò anche in italiano e in inglese un resoconto completo dei suoi viaggi in Nuova Guinea (1880).

 

Dal Nero Vittorio (Verona 22.XI.1862 – Verona 11 o 14.X.1948)

Naturalista e tassidermista di chiara fama e rara abilità, collaborò appassionatamente e preparò materiale per il Museo civico di storia naturale di Verona del quale rivestì poi la carica di direttore. Preparatore di fiducia di E. Arrigoni degli Oddi, accompagnò quest’ultimo nella spedizione di raccolta in Sardegna (1900-1901) e collaborò ai “Materiali per una fauna ornitologica veronese” (1899). Fu inoltre autore di una cinquantina di articoli e brevi note ornitologiche sull’avifauna veronese. [El. Pubbl:. Zorzi F. (1949) Riv. ital. Orn., 19: 49-52]

 

De Beaux Oscar (Firenze 5.XII.1879 – Torre Pellice, Torino 29.XI.1955.

Zoologo, fu assistente presso il Museo zoologico “La Specola” di Firenze e poi direttore del Museo civico di storia naturale di Genova dal 1934 al 1947. Studio in prevalenza morfologia, sistematica e zoogeografia dei vertebrati omeotermi dell’Italia e dell’Africa. Si occupò anche di giardini zoologici e di protezione della natura e si adoperò per la conservazione delle specie animali più gravemente minacciate. In ornitologia produsse una ventina di note tra segnalazioni di catture interessanti per l’Italia e articoli a carattere protezionistico. [El. pubbl.: Tortonese E. (1956) Ann. Mus. civ. St. Nat. Genova, 68: 351-358]

 

De Filippi Filippo (Milano 20.IV.1814 – Hong Kong, Cina, 9.II.1867)

Medico e zoologo fu assistente di storia naturale a Pavia, poi aggiunto alla direzione del Museo civico di storia naturale di Milano e successivamente docente di zoologia e anatomia comparata all’Università di Torino e direttore del relativo museo. Si occupò soprattutto di erpetologia, ittiologia, ornitologia ed entomologia. Pubblicò il catalogo degli uccelli del museo di Milano (1847) e le “Note di un viaggio in Persia nel 1862” (1865), in cui descrisse nuove specie di quella regione. Fu il primo accademico ad introdurre in Italia le idee di Darwin sull’ evoluzione e prese parte alla spedizione intorno al mondo della Pirocorvetta “Magenta” (1865-1868); morì durante il viaggio lasciandone la direzione scientifica al giovane E.H. Giglioli.

 

Dei Apelle (Siena 17.XII.1819 – Siena 2.I.1903)

Naturalista eclettico e abile tassidermista, fu preparatore del museo dell’Accademia dei Fisiocritici e del Gabinetto di Anatomia comparata dell’Università di Siena. Pubblicò alcuni contributi a carattere agronomico, ma la sua attività scientifica si articolò soprattutto in campo entomologico. Condusse anche valide ricerche sull’Avifauna, pubblicando il “Catalogo degli uccelli della provincia senese” (1862) e le relative “Aggiunte e correzioni” (1878). Sempre in campo ornitologico partecipò all’Inchiesta ornitologica inviando dati dalla provincia di Siena e fu autore di una ventina di contributi che hanno per oggetto soprattutto segnalazioni interessanti e descrizioni di teratologie. [El. pubbl.: Baccetti B. (1979) Atti Accad. Fisiocritici Siena, (14) 2: 471-492]

 

De Leone Nicola (Penne, Pescara 6.VIII.1880 - Penne 4.V.1957)

Insegnante di scienze naturali, appartenente a nobile famiglia possidente di Penne (Pescara), fu cacciatore e appassionato ornitologo, attivo all’inizio del Novecento. Si occupò dell’avifauna abruzzese radunando una notevole collezione ornitologica, donata nel 1913 al Comune di Castellammare Adriatico, e pubblicando articoli su periodici locali, su “Avicula” e sul “Bollettino della Società Zoologica Italiana”. Fu in contatto con vari ornitologi, primo fra tutti E. Arrigoni degli Oddi. La sua opera principale rimane “Materiali per una avifauna di Abruzzo” (1908), mentre nel 1994 è stato pubblicato un suo manoscritto del 1933, dal titolo “Uccelli d’Abruzzo e Molise. Trenta anni di caccia e di osservazioni”.

 

De Romita Vincenzo (Bari 23.V.1838 - Bari 9.V.1914)

Professore di scienze naturali presso il Regio Istituto tecnico per Agrimensori di Bari, fu un appassionato ornitologo specializzato nell’avifauna della propria regione. Pubblicò l’ “Avifauna pugliese” (1884), integrata poi con due “Aggiunte” (1889; 1899), e i “Materiali per una fauna del Barese” (1900), oltre ad alcune brevi notizie su “Avicula”. Nel 1870 iniziò una raccolta ornitologica che incrementò rapidamente, anche grazie a cambi con i principali musei e collezionisti privati, fino a portarla ad annoverare oltre 3000 esemplari ed essere una delle più ricche collezioni dell’Italia meridionale.

 

Di Carlo Elio Augusto (Retrosi, Amatrice, Rieti 2.IX.1918 - Cantalupo in Sabina, Rieti 27.VII.1998)

Medico e appassionato di storia locale, pubblicò oltre 120 articoli ornitologici principalmente sull’avifauna dell’Italia centrale e meridionale. Tra i lavori di più ampio respiro si ricordano “Gli uccelli dell’isola d’Elba” (1970), scritto in collaborazione con E. Moltoni, e “Gli uccelli del Parco nazionale di Abruzzo” (1972). Fu direttore del periodico “Gli Uccelli d’Italia” fin dalla fondazione e fece parte del Comitato di Redazione della “Rivista italiana di Ornitologia” dal 1971. [El. pubbl.: Barbagli & Brichetti (2000) Riv. ital. Orn., 70: 5-11]

 

Doderlein Pietro (Ragusa = Dubrovnik, Croazia 2.II.1809 – Palermo 29.III.1895)

Naturalista eclettico, fervente patriota e abile politico, fu professore nelle Università di Modena e di Palermo. Si occupò prevalentemente di geologia e di zoologia, dedicandosi in particolare allo studio di pesci e uccelli. La sua ingente “Avifauna del Modenese e della Sicilia”, edita in sei parti tra il 1869 e il 1874, raccoglie le osservazioni e gli studi ornitologici compiuti in entrambe le città in cui a lungo insegnò e dove si adoperò per arricchire i rispettivi musei zoologici portandoli ai loro momenti di massimo splendore. Da ricordare anche la “Rivista della fauna sicula dei vertebrati” (1881) e l’ “Avifauna sicula” (1893) di cui poté dare alle stampe un solo fascicolo sui rapaci.

 

Durazzo Carlo (Genova 24.II.1794 – Milano 20.V.1862)

Marchese e ornitologo, fu in buone relazioni con Giuseppe Gené e Carlo Luciano Bonaparte e partecipò ad alcune riunioni preunitarie degli scienziati italiani. Nel 1840 pubblicò un’avifauna locale dal titolo “Degli uccelli liguri”, successivamente ristampata nel volume “Descrizione di Genova e del Genovesato” (1846), ridotta nell’estensione, ma ampliata nel numero delle specie. Bonaparte gli dedicò una nuova specie di zigolo Emberiza durazzi oggi sinonimo di E. pusilla.

 

Duse Antonio (Salò, Brescia, 29.VIII.1880 – Salò 12.III.1955)

Medico e direttore dell’ospedale civico di Salò. Appassionato di uccellagione, istituì l’Osservatorio ornitologico del Garda (1929) e collaborò con il Laboratorio di zoologia applicata alla caccia (ora INFS) dell’Istituto di zoologia dell’Università di Bologna. Dopo la parziale distruzione del museo di Milano contribuì alla sua ricostruzione delle raccolte, donando la propria collezione di uccelli (circa 350 reperti). Pubblicò una trentina di contributi ornitologici prevalentemente sullo studio delle migrazioni. [El. pubbl.: Toschi A. (1955) Riv. ital. Orn., 25: 211-214]

 

Falconieri di Carpegna Guido (Roma 6.II.1840 – Carpegna, Pesaro 27.X.1919)

Principe e uomo di cultura, rivestì numerose cariche politiche tra le più importanti del tempo e coltivò la passione per le lettere e le scienze naturali. Scrisse alcuni lavori ornitologici, fra i quali l’ “Elenco degli uccelli della provincia di Pesaro e Urbino” (1892) e radunò una collezione ornitologica di quella provincia, purtroppo già seriamente danneggiata all’epoca della sua morte. Buon conoscitore anche degli uccelli esotici, scrisse anche il “Catalogo di una raccolta di uccelli di Sarawak (Borneo)” (1900) e determinò materiale per i musei. Appassionato di caccia e uccellagione si occupò anche di tematiche di legislazione venatoria. Fu tra i promotori della Società zoologica italiana e fra i primi sostenitori del giardino zoologico di Roma.

 

Favero Leandro (Mirano, Venezia 24.I.1908 – Portogruaro, Venezia 29.XI.1969)

Perito agrario e appassionato ornitologo, fu cacciatore e abile tassidermista. Pubblicò alcune note di segnalazione di specie interessanti sulla “Rivista italiana di Ornitologia” a su periodici a carattere venatorio. Radunò una raccolta ornitologica italiana, ricca soprattutto di esemplari veneti.

 

Federico II Hohenstaufen di Svevia (Jesi, Ancona 1194 – Castello di Fiorentino, Lucera, Foggia 1250)

Re di Sicilia, imperatore del Sacro Romano Impero e Re di Gerusalemme, fu un illuminato fautore delle arti e delle scienze e fondò nel 1224 l’Università di Napoli. Si interessò tra l’altro di falconeria e, in generale, di ornitologia. Mise in evidenza il fatto che le ossa lunghe degli uccelli sono cave e fu tra i primi studiosi di etologia dei rapaci. Tra il 1244 e il 1248 compose il famoso trattato “De Arte venandi cum avibus”, opera nota in base a diversi codici manoscritti, di cui il più antico, ricco di miniature e detto “Codice di Manfredi” appartenne al figlio e si conserva ora nelle Biblioteca Vaticana. I sei libri che lo compongono descrivono l’anatomia degli uccelli, l’allevamento e l’addestramento delle varie specie di rapaci utilizzate per la falconeria.

 

Ferragni Odoardo (Cremona? 28.II.1850 – Cremona? 12.III.1937)

Paleografo e studioso di ornitologia si occupò prevalentemente degli uccelli della sua Provincia, inviando dati per l’ Inchiesta ornitologica e pubblicando la monografia “Avifauna cremonese” (1885). Fu anche autore di numerosi contributi e brevi note apparsi soprattutto su “Avicula” e “Rivista italiana di Ornitologia”. Raccolse una buona collezione ornitologica da lui stesso preparata e fornì esemplari del Cremonese ai maggiori musei e ai principali collezionisti dell’epoca.

 

Ferrero Della Marmora Alberto (Torino 7.IV.1789 – Torino 18.V.1863)

Militare e naturalista si occupò attivamente di zoologia, di archeologia, etnologia, economia, geologia e geologia della Sardegna. Implicato nei moti rivoluzionari del 1820-21 in Piemonte fu esonerato e confinato per tre anni in Sardegna; reintegrato nei ranghi divenne poi generale. Aiutato negli studi naturalistici da F. Bonelli, inviò al museo di Torino diversi esemplari di uccelli scoperti durante escursioni nell’Isola. Questo materiale servì a L.J.P. Vieillot e C.J.Temminck per descrivere l’Aquila del Bonelli, lo Storno nero, l’Usignolo di fiume e la Magnanina sarda. Tre le sue pubblicazioni pertinenti l’ornitologia: “Il voyage en Sardigne du 1819 à 1825” e due memorie sull’Usignolo di fiume e sui piumaggi dell’Aquila del Bonelli.

 

Festa Enrico (Moncalieri, Torino 11.VIII.1868 – Moncalieri, Torino 30.IX.1939)

Naturalista, esploratore e raccoglitore, fu assistente aggiunto e poi vicedirettore onorario del Museo zoologico dell’Università di Torino. Compì viaggi di studio in Italia e in vari paesi esteri come Tunisia, Siria, Palestina, Libano, Darien, Ecuador, Rodi e Cirenaica. Si occupò di varie discipline zoologiche e, in campo ornitologico, fu autore di una trentina di contributi, alcuni dei quali in collaborazione con T. Salvadori. Le sue collezioni ornitologiche si conservano prevalentemente nei musei di Torino e di Milano. [El. pubbl.: Moltoni E. (1940) Riv. ital. Orn, (2)10: 63-72]

 

Fiori Andrea (Scandiano, Reggio Emilia 18.III.1854 – Bologna 4.IX.1933)

Medico e naturalista, fratello del celebre botanico Adriano, fu insegnante di scuola media a Catanzaro, Modena e Bologna. Fu prevalentemente entomologo, ma pubblicò anche una decina di contributi ornitologici riguardanti le avifauna delle province di Modena e Reggio Emilia. [El. pubbl. Grandi G. (1933) Mem. Soc. Entomol. Ital., 12: 209-214]

 

Foschi Ferrante (Forlì, 25.IV.1915 – Forlì, 30.III.1980)

Avvocato, umanista e ornitologo, radunò una delle maggiori e più complete collezioni di uccelli private in Italia, composta da circa 4000 esemplari che costituiscono oggi il Museo ornitologico di Forlì a lui intitolato. Fondò con altri appassionati la Società Ornitologica Italiana della quale fu presidente. Diede alle stampe una trentina di lavori sulla “Rivista italiana di Ornitologia” e su “Gli uccelli d’Italia”, periodico edito dalla Società Ornitologica Italiana a partire dal 1976. Su questa rivista curò una serie di articoli intitolata “I nostri maestri” dedicata agli studiosi del passato. Tra le opere di più ampio respiro ricordiamo ”I nomi dialettali degli uccelli di Romagna” (1977) e “Gli uccelli di Romagna”, edita postuma nel 1984. [El. pubbl.: Società Ornitologica Italiana. (1980) Uccelli d’Italia, 5: 163-165]

 

Galli Valerio Bruno (Sondrio 4.IV.1867 – Losanna, Svizzera 12.IV.1943)

Medico e naturalista, si occupò soprattutto di parassitologia e fu docente e direttore dell’Istituto di igiene e parassitologia all’Università di Losanna. In gioventù si dedicò allo studio degli animali della sua valle pubblicando, tra l’altro, i “Materiali per la fauna dei vertebrati valtellinesi” (1890) in cui sono elencate 212 specie di uccelli.

 

Genè Giuseppe (Turbigo, Milano 9.XII.1800 – Torino 14.VII.1847)

Celebre zoologo, si dedicò prevalentemente all’entomologia, ma rivolse la sua attenzione anche ai vertebrati, descrivendo nuove specie della fauna sarda. Laureatosi a Pavia nel 1821, fu assistente alla cattedra di storia naturale di quell’Università. Nel 1831 passò a Torino dove successe a F. A. Bonelli nella cattedra universitaria di zoologia e nella direzione del Museo. In campo ornitologico la sua fama è legata al Falco della Regina (Falco eleonorae) che egli descrisse e raffigurò in entrambe livree nel 1840. In suo onore F. de Brème chiamò Larus genei il Gabbiano roseo. [El. pubbl.: Lessona (1884) – Naturalisti italiani - Sommaruga]

 

Ghigi Alessandro (Bologna 1875 – Bologna 20.XI.1970)

Principe e zoologo, fu professore di Zoologia nelle Università di Ferrara e Bologna; in quest’ultima sede divenne Rettore dal 1930 al 1943. Pose le basi dell’avicoltura razionale in Italia e si dedicò fattivamente allo studio del problema venatorio, contribuendo all’elaborazione degli aspetti biologici delle leggi sulla caccia varate nel 1931 e nel 1939. Creò osservatori ornitologici e fu fondatore di numerose istituzioni tra cui il Laboratorio di zoologia applicata alla caccia (oggi Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica). Compì escursioni biologiche in Cirenaica (1920), Dodecaneso (1926), Istmo di Tehuantepec (1927), Marocco (1930) e Messico (1932), raccogliendo prezioso materiale zoologico. La sua opera scientifica comprende circa 350 pubblicazioni su argomenti di zoologia generale e ornitologia pura e applicata. I suoi studi sugli uccelli riguardarono in prevalenza i galliformi. Fu uno dei fondatori della “Rivista Italiana di Ornitologia” nel cui Comitato di Redazione rimase per quasi sessant’anni, dal 1911 alla morte.

 

Giglioli Enrico Hillyer (Londra, Gran Bretagna 13.VI.1945 – Firenze 16.XII.1909)

Zoologo, etnologo e antropologo, fu per quarant’anni professore di anatomia comparata dei vertebrati nell’Istituto di Studi superiori di Firenze. Studiò alla Royal School of Mines di Londra quando vi insegnavano Darwin e Huxley; tornato in Italia, si laureò a Pisa dove fu allievo di Paolo Savi. Appena ventenne partecipò al viaggio di esplorazione della pirocorvetta “Magenta”, la prima nave della Marina italiana a compiere la circumnavigazione del Globo. Fu lo scopritore della fauna abissale nel Mediterraneo. Organizzò l’Inchiesta ornitologica in Italia: dopo aver pubblicato nel 1886 l’ “Avifauna italica”, contenente tra l’altro le istruzioni per i rilevatori, inviò dei questionari prestampati ai corrispondenti sparsi in tutto il Paese, raccogliendo un’incredibile quantità di dati che compendiò in due resoconti editi in quattro volumi (1889; 1890; 1891; 1907). Nel 1879 iniziò la pubblicazione, mai portata a termine, dell’ “Iconografia dell’avifauna italica” (1879-1906) in cui le tavole, delineate da Alberto Manzella, sono corredate dai suoi testi. Nel 1875 fondò a Firenze la Collezione centrale degli animali vertebrati italiani che alla sua morte contava 34.439 esemplari di cui 4.442 uccelli appartenenti a 490 delle 498 specie allora note per l’Italia. [El. pubbl.: Balducci (1912) Annali di Agricoltura, n°268: 7-40]

 

Giglio Tos Ermanno (Chiaverano, Ivrea 25.III.1865 – Torino 18.VIII.1926)

Zoologo di chiara fama, si distinse nel campo della biologia generale e sperimentale, oltre ad essere un ottimo specialista di vari gruppi entomologici. Fu assistente di Lessona e poi di Camerano. Dal 1902 divenne ordinario di Zoologia presso diverse sedi universitarie: Firenze (dove successe a Giglioli dal 1910 al 1912), Pavia, Torino, Roma e di nuovo Torino. Delle sue quasi 150 pubblicazioni solo due trattano di ornitologia; tuttavia va ricordato il volumetto “Gli Uccelli d’Italia” (1923), un manuale che consente la determinazione delle specie italiane per mezzo di tavole dicotomiche basate su “caratteri sicuri, che non siano quelli della colorazione”.

 

Ginanni Francesco (Ravenna 13.XII.1716 – Ravenna 8.III.1766)

Conte e naturalista, si occupò prevalentemente di botanica. Nipote di Giuseppe Ginanni, ne incrementò il museo che lo zio legò per testamento al Collegio di Ravenna e che oggi è del tutto perduto. Scrisse, tra l’altro, l’ “Istoria civile e naturale delle pinete ravennati”, edita postuma nel 1774, nella quale si trovano anche notizie sui “volatili”.

 

Ginanni Giuseppe (Ravenna 7.XI.1692 – Ravenna 23.X.1753)

Conte ravennate appassionato di storia naturale fu in contatto coi principali scienziati contemporanei tra i quali Antonio Vallisneri e Pier Antonio Micheli. Costituì una notevole raccolta di reperti naturalistici ed una ricca biblioteca. A differenza di Aldrovandi e altri collezionisti che lo precedettero, riuscì a preservare con successo le uova degli uccelli imparando a svuotarle accuratamente. Ne radunò una pregevole e ricca raccolta che gli servì per comporre “Delle uova e dei nidi degli uccelli” edita nel 1737. Quest’opera, che riscosse giudizi lusinghieri di illustri scienziati di tutta Europa, fece sì che il Ginanni fosse nominato membro dell’Accademia delle Scienze di Bologna.

 

Gnecchi Ruscone Giuseppe (Milano 13.VI.1885 – Cologne Bresciano, Brescia 30.X.1966)

Imprenditore agricolo, filantropo fu mecenate dei musei di storia naturale di Milano e di Brescia. Cacciatore e appassionato ornitologo, pubblicò una decina di lavori sull’avifauna locale e su quella africana. Collaborò con E. Moltoni alla realizzazione dei quattro volumi de “Gli uccelli dell’Africa orientale italiana” (1940-1944). Destinò la sua collezione ornitologica di circa 400 campioni e la sua preziosa biblioteca naturalistica al Museo civico di storia naturale di Brescia.
[El. pubbl.: Moltoni E. (1967) Riv. ital. Orn., 37: 86-90]

 

Gragnani Raimondo (Quiesa, Lucca 1850 – Quiesa, Lucca 14.III.1933)

Corrispondente di Giglioli per l’Inchiesta ornitologica dal distretto di Massarosa e Viareggio, a lui è dovuta la maggior parte dei dati avifaunistici storici di quella zona. Sin da giovane svolse l’attività di cacciatore al servizio del conte Eugenio Minutoli, proprietario del Lago di Massaciuccoli, per poi passare alle dipendenze dei conti Spada. Fu anche un valido tassidermista allievo di R. Magnelli; radunò una notevole raccolta ornitologica locale e rifornì i musei e le principali collezioni del suo tempo con numerosi esemplari catturati in Versilia. Modesta la sua produzione scientifica: oltre alla lista degli uccelli del suo distretto, compilata per il “Resoconto” di Giglioli (1890), scrisse alcune brevi notizie ornitologiche e venatorie che furono pubblicate, in prevalenza, sul periodico “Avicula”.

 

Imparati Edoardo (Piacenza 27.I.1872 – Piacenza 3.VII.1945)

Naturalista e medico specialista in dermosifilopatica, fu prima conservatore del museo di storia naturale dell’Istituto Tecnico di Piacenza, poi insegnante di scienze naturali; successivamente si trasferì a Ravenna dove continuò l’insegnamento ed esercitò la professione medica. Le sue pubblicazioni vertono in prevalenza sulla zoologia del Piacentino e l’ornitologia della Provincia di Ravenna. Sua opera principale fu l’ “Avifauna del Ravennate” (1934). Morì per le conseguenze di un bombardamento aereo della sua abitazione nel quale andò distrutta gran parte della sua raccolta ornitologica. [El. pubbl.: Moltoni E. (1946) Riv. ital. Orn., 16: 28-30]

 

Lucifero Armando (Crotone 1855 – Roma 1933)

Marchese e proprietario terriero, si occupò tra l’altro di sociologia, storia e paleontologia della Calabria. In campo zoologico pubblicò “Mammalia Calabra” (1909) e “Avifauna Calabra”, uscita in più parti sul periodico “Avicula” tra il 1898 e il 1901.

 

Malherbe Alfred (Fort Louis, Mauritius 14.VII.1804 – Metz, Francia, 1866)

Giurista e appassionato ornitologo, fu giudice al tribunale di Metz e consigliere imperiale alla corte di Napoleone III. In occasione dei suoi viaggi in Austria, Italia, Germania e Francia, visitò molte collezioni pubbliche e private, descrivendo varie specie di piciformi, gruppo al quale dedicò numerosi articoli e la celebre “Monographie des Picidées” riccamente illustrata (1861). In Italia è ben nota la sua “Faune Ornithologique de la Sicile” (1843), nella quale si ritrova ben poco di originale essendo in gran parte ricavata dall’ “Ornitologia siciliana” (1840) di Luigi Benoit.

 

Malpighi Marcello (Crevalcore, Bologna 10.III.1628 – Roma 30.XI.1694)

Celebre medico, insegnò nelle Università di Bologna, Pisa e Messina; divenne infine archiatra pontificio nel 1691, trasferendosi a Roma. Tra i fondatori dell’anatomia microscopica si occupò dei tessuti animali e vegetali dei quali indagò funzione e struttura. Per quanto riguarda gli uccelli, studiò l’embriologia del pollo che descrisse nell’opera “De ovo incubato et de formatione pulli in ovo” (1673).

 

Manetti Saverio (Brozzi, Firenze 1723 – Firenze 1784 o 1785)

Medico e naturalista si occupò soprattutto di botanica e fu prefetto dell’Orto botanico di Firenze e segretario dell’Accademia dei Georgofili. Fu in contatto con Linneo e i principali scienziati del tempo. Sua la magnifica “Storia naturale degli uccelli” con 600 tavole a colori che illustrano la collezione ornitologica (ora perduta) del patrizio fiorentino Giovanni Gerini, pubblicata tra il 1767 e il 1776 in collaborazione con Lorenzo Lorenzi e Violante Vanni

 

Martorelli Giacinto (Torino 1.X.1855 – Milano 11.XI.1917)

Celebre ornitologo, fu anche ottimo tassidermista e valido disegnatore. Assistente aggiunto presso il Museo di zoologia dell’Università di Torino divenne poi professore di storia naturale nei licei di Sassari, Pistoia, Torino e Roma. Durante i soggiorni nelle varie città compì osservazioni ornitologiche; il suo primo articolo, infatti, ebbe per oggetto gli uccelli e i mammiferi della Sardegna. Fu corrispondente per l’Inchiesta ornitologica dai distretti di Lucca e Torino. Nel 1884 divenne professore di storia naturale presso il Liceo “Beccaria” di Milano, dove rimase per il resto della sua carriera di insegnante. Dal 1893 alla morte fu pure direttore della Collezione ornitologica Turati nel Museo civico di storia naturale di Milano. Pubblicò numerosi contributi di vario respiro e nel 1911 fu uno dei fondatori della “Rivista italiana di Ornitologia”. Tra i principali lavori sono da ricordare la “Monografia illustrata degli uccelli di rapina in Italia” (1895), “Le forme e le simmetrie delle macchie nel piumaggio” (1898) e il celeberrimo volume “Gli uccelli d’Italia” che, pubblicato per la prima volta nel 1906, ebbe successivamente due edizioni rivedute e aggiornate da E. Moltoni in collaborazione con C. Vandoni, nel 1931 e nel 1961. [El. pubbl.: Moltoni E. (1946) Natura, 37: 71-76]

 

Minà Palumbo Giuseppe (Castelbuono, Palermo 14.III.1814 – Castelbuono 12.III.1899)

Medico praticante e naturalista si dedicò allo studio della storia naturale delle Madonie sulla quale scrisse numerosi contributi a carattere botanico, zoologico, paleontologico e paleoetnologico. A partire dal 1853 pubblicò il “Catalogo degli uccelli delle Madonie” al quale aggiunse un supplemento nel 1857. Costituì un interessante museo naturalistico personale comprendente anche una raccolta ornitologica che, già compromessa prima della morte del proprietario, è in seguito andata completamente distrutta. Rimangono tuttavia numerosi disegni a colori di uccelli facenti parte di un corpus iconografico inedito ricco di circa 400 tavole.

 

Molina Giovanni Ignazio (Talca, Cile 21.VI.1740 – Bologna 12.IX.1829)

Bibliotecario del collegio dei Gesuiti di Santiago del Cile, dopo l’espulsione dell’ordine religioso si trasferì in Italia dove fu ordinato sacerdote. Dal 1774 si stabilì a Bologna dove visse come precettore privato dedicandosi alla stesura, in italiano, di opere su diversi aspetti del Cile. Nel 1782 pubblicò il “Saggio sulla storia naturale del Chilì” in cui descrisse numerose nuove specie di animali, tra cui: il Fenicottero del Cile (Phoenicopterus chilensis), il Cigno collonero (Cygnus melancoryphus), la Civetta delle tane (Speotyto cunicularia) e l’Oca di Magellano (Chloephaga picta).

 

Moltoni Edgardo (Oneglia, Imperia 5.VI.1896 - Milano 12.I.1980)

Conservatore, vicedirettore e infine direttore del Museo civico di storia naturale di Milano, in cui lavorò per 58 anni, fu naturalista e ornitologo. Si rivelò fondamentale il suo impegno fattivo per la rapida ricostruzione del museo dopo la distruzione bellica del 1943 e fu insostituibile il suo apporto per l’incremento della collezione ornitologica. Autore molto prolifico, lasciò una bibliografia di oltre 500 titoli, in massima parte riguardanti l’ornitologia italiana. Pur studiando e conoscendo a fondo l’avifauna italiana, non pubblicò mai una monografia sull’argomento, limitandosi a curare, in collaborazione con C. Vandoni, la seconda (1931) e la terza (1961) edizione del libro “Gli uccelli d’Italia” di G. Martorelli. Pubblicò molto anche sull’avifauna delle colonie africane: su questo argomento ricordiamo “Gli uccelli dell’Africa orientale italiana” (1940-1944), in collaborazione con G. Gnecchi Ruscone. Descrisse otto nuovi taxa tra i quali lo Zavattariornis stresemanni, nuovo genere e nuova specie di corvide africano. Per 49 anni diresse la seconda serie della “Rivista italiana di Ornitologia” della quale era proprietario e a cui dedicò molte delle sue energie. Intraprese numerose escursioni ornitologiche in determinate parti d’Italia, pubblicandone i resoconti e fornendone gli elenchi ornitologici. [El. pubbl.: Brichetti P. & Conci C. (1980) Atti Soc. ital. Sc. Nat. Museo civ. Stor. Nat. Milano: 121: 415-435]

 

Moschella Giuseppe (Reggio Calabria 1856 – Reggio Calabria 9.IX.1904)

Appassionato naturalista, fu un valente tassidermista in contatto con collezionisti e ornitologi di tutta Italia. Fu corrispondente dal distretto di Reggio Calabria per l’Inchiesta ornitologica di E. H. Giglioli. Pubblicò alcune notizie e brevi contributi sul periodico “Avicula” e un’avifauna locale dal titolo “Gli uccelli di Reggio Calabria” (1891).

 

Ninni Alessandro Pericle (Venezia 1837 – Venezia 7.I.1892)

Conte e naturalista, si occupò di zoologia pura e applicata all’agricoltura, di piscicoltura, di caccia e pesca, oltre che di argomenti classici quali la filologia del dialetto veneto e l’archeologia. Pubblicò più di una quindicina di lavori di carattere ornitologico, tra i quali il “Catalogo degli uccelli del Veneto” in più parti (1869-1870) e i “Materiali per una fauna veneta” (1877-1885). Le sue collezioni zoologiche, eminentemente venete, si conservano nel Museo civico di storia naturale di Venezia. Fornì rarità locali a vari musei italiani e stranieri; al Museo zoologico “La Specola” di Firenze, si conservano un uovo e un pulcino di Gru Grus grus, da lui raccolti nella palude di Caorle, che costituiscono l’unica prova documentaria della nidificazione di questa specie, in tempi storici, in Italia. [El. pubbl.: Camerano L. (1892) Boll. Mus. Zool. Anat. Comp. Torino, 7 (113): 1-11]

 

Ninni Emilio (Venezia, 28.VII.1868 – Monastier di Treviso, Treviso, 27.VII.1945)

Conte, figlio di Alessandro Pericle, seguì gli studi paterni dedicandosi a ricerche di ittiologia e ornitologia. Compì viaggi per studio o per missioni governative in Tripolitania, Mar Rosso, Somalia e Dalmazia. Fu autore di oltre 280 contributi scientifici dei quali una novantina riguardano l’ornitologia, soprattutto del Veneto. Fece parte del Comitato di Redazione della “Rivista italiana di Ornitologia” a partire dal 1920 alla morte. Raccolse e preparò da sé una cospicua collezione di uccelli in massima parte veneti, che donò al Museo civico di storia naturale di Venezia. [El. pubbl.: Moltoni E. (1946) Riv. ital. Orn., 16: 63-68]

 

Olina Giovanni Pietro (Novara 1585? – Novara 1645)

Amministratore e maestro di casa dell’erudito cavaliere Cassiano dal Pozzo (1588-1657), firmò l’opera “L’Uccelliera” stampata a Roma nel 1622, di cui sembra sia però stato autore lo stesso dal Pozzo, appassionato di studi ornitologici. L’opera è illustrata in base agli acquarelli di Vincenzo Leonardi, tradotti in incisione da Antonio Tempesta e Francesco Villamena. Il corredo iconografico de “L’Uccelliera è costituito da 55 tavole nel testo, 12 delle quali rappresentano scene di caccia, mentre le restanti raffigurano volatili da gabbia. Per il testo, l’autore attinse a piene mani dall’opera “Il canto degl’augelli” (1601) di Antonio Valli da Todi

 

Orlando Carlo (Palermo 1898 – Palermo 23.XI.1976)

Assicuratore di professione, rivestì cariche politiche e amministrative nella sua regione. Appassionato ornitologo, fu il primo direttore dell’Osservatorio ornitologico siciliano e della Federazione siciliana della caccia. Fervente collezionista e prolifico autore, pubblicò un centinaio di scritti ornitologici e venatori, descrivendo, tra l’altro, sei nuove sottospecie di uccelli italiani. Radunò, inglobando anche collezioni di altri ornitologi siciliani, un’importante raccolta di circa 5000 esemplari attualmente conservati presso il Museo civico di Terrasini (Palermo). [El. pubbl.: Massa B. (1977) Riv. it. Orn., 47: 86-96]

 

Passerini Carlo (Firenze 29.X.1793 – Firenze 4.III.1857)

Nobiluomo e naturalista, fu dal 1820 conservatore dell’I. R. Museo di fisica e storia naturale di Firenze. A causa di una grave malattia che lo colpì ancora giovane, fu collocato in pensione molto presto. Guarito, tornò a lavorare in quel museo dove, aggregato al professore di zoologia e anatomia comparata, ebbe l’incarico speciale di riordinare le collezioni ornitologica ed entomologica. Scrisse un paio di contributi ornitologici e radunò una pregevole collezione di uccelli, oggi conservata in parte a Firenze e in parte a Siena. A lui C. L. Bonaparte dedicò il Ramphocoelus passerini, nuova specie di tanagra.

 

Paolucci Luigi (Ancona 1849 – Ancona 1935)

Insegnante di scienze naturali al R. Istituto tecnico nautico di Ancona e cultore della storia naturale della sua provincia, si occupò di flora, fauna, paleontologia, teratologia e veterinaria, oltre a prodigarsi per l’arricchimento e il riordino del locale museo di storia naturale. Studiò a fondo il canto degli uccelli riconoscendovi un vero e proprio linguaggio che differisce da quello umano solo dal punto di vista “quantitativo”; su tale argomento pubblicò “Il canto degli uccelli. Note di fisiologia e biologia zoologica” (1878) e “Il linguaggio degli uccelli: studi di psicologia comparata” (1883). Diede alle stampe anche una decina di contributi sull’avifauna marchigiana, soprattutto in relazione alle migrazioni.

 

Paulucci Panciatichi Ximenes d’Aragona Marianna (Firenze 3.II.1835 – Sammezzano, Reggello, Firenze 7.XII.1919)

Marchesa, naturalista e collezionista, fu celebre malacologa, ma si occupò anche di orticoltura e ornitologia. Fu corrispondente dell’Inchiesta ornitologica di E. H. Giglioli per il distretto di San Gimignano (Siena), ma inviò anche dati relativi a Reggello e Novoli (Firenze). Oltre al contributo nelle “Avifaune locali” (Giglioli 1890), a lei si devono un paio di brevi note. Grazie anche agli esemplari donati da E. Arrigoni degli Oddi, che aveva sposato sua nipote, radunò una collezione ornitologica di oltre 1100 esemplari, poi passata al Comune di San Gimignano. [El. pubbl.: Arrigoni degli Oddi E. (1921) Atti R. Ist. Ven. Sc. Lett. Arti, 80: 59-70]

 

Pavesi Pietro (Pavia, 24.IX.1844 – Asso, Como, 31.VIII.1907)

Zoologo e storico, rivestì anche numerose cariche politiche nell’amministrazione della città di Pavia, di cui fu sindaco dal 1899 al 1903. Fu professore di zoologia all’Università di Pavia e direttore del museo dal 1875. Si occupò prevalentemente di aracnologia, idrobiologia, ittiologia, ma compì anche studi ornitologici pubblicando una ventina di articoli soprattutto a carattere faunistico locale sulla provincia pavese. Di notevole interesse fenologico è la serie degli otto “Calendari ornitologici pavesi” redatti dal 1886 al 1906, nei quali sono riportate le segnalazioni di specie rare, ma anche le date di arrivo e di partenza di specie di comparsa regolare. [El. pubbl.: Camerano L. (1907) Boll. Mus. Zool. Anat. Comp. Univ. Torino, 22 (575): 1-15]

 

Perini Gaetano (Verona? 1824 - Verona? 23.I.1869)

Naturalista ornitologo fu socio corrispondente dell’Accademia d’agricoltura arti e commercio di Verona e partecipò alla Quarta Riunione degli scienziati italiani, svoltasi a Padova nel 1842. Compose due monografie sugli uccelli del territorio di Verona che subirono pesanti critiche da parte di eminenti naturalisti contemporanei, soprattutto per l’inesattezza di alcune identificazioni specifiche. L’opera “Degli uccelli veronesi” (1858) costituì la prima fauna ornitologica del territorio veronese e fu pubblicata nelle Memorie dell’Accademia d’Agricoltura arti e commercio di Verona, così come il “Manuale di ornitologia veronese” (1873), uscito postumo in due volumi. Radunò pure una raccolta ornitologica locale, in parte ancora conservata nel Museo civico di storia naturale di Verona.

 

Picchi Cecilia

Appassionata ornitologa attiva a Firenze tra il 1899 e il 1922, radunò una pregevole collezione di oltre 2000 esemplari che, venduta ad un privato, fu smembrata e dispersa. Pubblicò una ventina di contributi riguardanti per lo più il materiale della sua raccolta e la segnalazione di specie accidentali. Basandosi su esemplari sardi, descrisse una nuova sottospecie di poiana denominandola Buteo buteo arrigonii. Si occupò anche di tematiche pertinenti la protezione degli uccelli.

 

Prada Teodoro (Rosate, Milano 29.VI.1815 – Pavia 4.VI.1892)

Medico e appassionato naturalista, assistente universitario e preside del R. Istituto tecnico “A. Bordoni” di Pavia, fu fondatore del museo civico di storia naturale di questa città, confluito in epoca recente nel museo dell’Università di Pavia. Pubblicò pregevoli contributi di carattere locale distinguendosi soprattutto in malacologia, entomologia ed erpetologia. In ambito ornitologico pubblicò nel 1877 l’interessante “Avifauna della provincia di Pavia”.

 

Rafinesque Constantine Samuel (Galata, Costantinopoli, Turchia 22.X.1783 – Filadelfia, USA 19.IX.1840)

Naturalista eclettico di origine francese, riparò in Toscana all’epoca della rivoluzione e viaggiò negli Stati Uniti prima del suo ritorno in Europa nel 1805. Dopo un soggiorno a Livorno si stabilì per un decennio in Sicilia, come segretario del console statunitense A. Gibbs. Studiò e raccolse animali e piante siciliani che pubblicò in un contributo in lingua italiana (1810). A lui si deve la descrizione del Beccamoschino (Cisticola juncidis). Le sue importanti collezioni naturalistiche andarono perdute in un naufragio presso le coste nordamericane (1815).

 

Ranzani Camillo (Bologna 27.VI.1775 – Bologna 23.IV.1841)

Sacerdote e naturalista, dal 1803 insegnò storia naturale all’Università di Bologna della quale divenne rettore nel 1824. Famosi i suoi “Elementi di zoologia” che si ispirano ai metodi di anatomia comparata di G. Cuvier per la classificazione degli animali. Dei tredici volumi, pubblicati a partire dal 1819, tre sono dedicati alla storia naturale degli uccelli.

 

Savi Paolo (Pisa 11.VII.1798 – Pisa 5.IV.1871)

Insigne naturalista, fu professore di zoologia e anatomia comparata all’Università di Pisa e direttore del museo di storia naturale di quella città. Si occupò di zoologia, botanica, geologia, mineralogia e paleontologia, pubblicando numerosi importanti lavori. La sua “Ornitologia toscana” in tre volumi (1827-1831) gettò le basi degli studi avifaunistici in Italia e consacrò i nomi volgari degli uccelli nella nostra lingua, mutuandoli dalla parlata toscana. Precedentemente aveva pubblicato un altro studio di avifauna locale, il “Catalogo degli uccelli della provincia pisana” (1823). Negli ultimi anni della sua vita lavorò all’ampliamento dell’ “Ornitologia toscana” elevandola a livello nazionale, opera che uscì postuma a cura del figlio Adolfo col titolo di “Ornitologia italiana” (1873-1876). Distinse alcune nuove specie di animali italiani; tra gli uccelli descrisse la Salciaiola Locustella luscinioides e la Cutrettola capocenerino Motacilla flava cinereocapilla. [El. Pubbl. in: Alla memoria di Paolo Savi – Nistri, 1871]

 

Salvadori Tommaso (Porto S. Giorgio, Ascoli Piceno 30.IX.1835 – Torino 9.X.1923)

Conte, laureato in medicina a Pisa, fu insegnante di storia naturale al Liceo “Cavour” di Torino e vicedirettore del Museo zoologico dell’Università di Torino. Fu ornitologo di fama mondiale, specialista tra l’altro di avifaune africane, sudamericane, asiatiche e australopapuane e autore di circa 350 lavori, di cui una quarantina riguardanti gli uccelli italiani. Tra questi ultimi ricordiamo il “Catalogo degli uccelli di Sardegna” (1864), gli “Uccelli” nella “Fauna d’Italia” (1872) e l’ “Elenco degli uccelli italiani” (1887). Tra i numerosi contributi riguardanti avifaune extraeuropee sono notevoli il “Catalogo sistematico degli uccelli di Borneo” (1874), i tre fondamentali volumi dell’ “Ornitologia della Papuasia e delle Molucche” (1880-1882) con successive “Aggiunte” (1889-1891) e “Gli uccelli dello Scioa” (1884). Per la sua indiscussa competenza il British Museum of Natural History gli affidò l’esecuzione di ben tre cataloghi delle proprie collezioni ornitologiche: “Psittaci” (1891), “Columbae” (1893) e “Chenomorphae, Crypturi and Ratitae” (1895), considerati tra i migliori di tutta la serie. Radunò una propria collezione ornitologica italiana, oggi conservata a Fermo (Ascoli Piceno), nel museo a lui intitolato. [El. Pubbl.: (1997) Violani C., Zanazzo G. & Pandolfi M. – La collezione ornitologica di Tommaso Salvadori – Comune di Fermo].

 

Schettino Mario (morto a Napoli il 13.I.1939)

Medico pediatra, fu curatore volontario della collezione ornitologica del Museo zoologico dell’Università di Napoli sotto la direzione di F. S. Monticelli. Ottimo raccoglitore e preparatore, lasciò la sua collezione personale alla stessa istituzione. Pubblicò alcune note sulla “Rivista italiana di Ornitologia” e su periodici venatori.

 

Sciacchitano Iginio (Palermo 10.VI.1897 – Firenze 12.XI.1968)

Laureatosi in scienze naturali e in chimica farmaceutica, fu assistente di zoologia ed anatomia comparata presso l’Università di Cagliari, prima, e quella di Modena poi, per passare nel 1941 a Firenze come libero docente di zoologia. Specialista di elmintologia, pubblicò anche undici articoli di ornitologia, focalizzando la sua attenzione sull’alimentazione degli uccelli in rapporto con l’agricoltura. [El. Pubbl.: Lanza B. (1978) Monit. Zool. It. (N.S.) Suppl., 3: 309-317]

 

Scopoli Giovanni Antonio (Cavalese, Trento 13.VI.1723– Pavia 8.V.1788)

Medico e naturalista, fu professore di botanica e chimica all’Università di Pavia, dopo aver lavorato dieci anni come medico dei minatori in Carniola (Slovenia) e aver insegnato mineralogia in Slovacchia. Ardente estimatore e corrispondente di Linneo, fu il primo italiano a descrivere nuove specie di uccelli utilizzando la nomenclatura binomia. A lui si devono l’introduzione dei generi Sylvia, Branta e Apus e la descrizione originale di Calonectris diomedea, Ardeola ralloides, Anser albifrons, Oxyura leucocephala, Porzana parva, Charadrius dubius, Tyto alba, Athene noctua, Ptyonoprogne rupestris, Prunella collaris e Emberiza melanocephala.

 

Sevesi Achille (Saronno, Varese 15.IX.1911 – Milano? 3.VI.1976)

Avvocato, giudice conciliatore e appassionato ornitologo, pubblicò sulla “Rivista italiana di Ornitologia” una trentina di contributi sull’avifauna italiana, la bibliofilia e la filatelia a soggetto ornitologico, oltre a numerose recensioni di libri. [El. pubbl.: Moltoni E. (1976) Riv. ital. Orn., 46: 284-288]

 

Spallanzani Lazzaro (Scandiano, Reggio Emilia 12.I.1729 – Pavia 12.II.1799)

Ecclesiastico, fu illustre ed eclettico scienziato. Nel 1757 iniziò la sua carriera come insegnante di matematica e fisica all’Università di Reggio Emilia; passato a Modena nel 1763, occupò la cattedra di fisica e filosofia presso l’Ateneo, insegnando anche greco e matematiche al Collegio San Carlo. Nel 1769, fu chiamato all’Università di Pavia alla cattedra di storia naturale e alla direzione dell’annesso museo. Le sue ricerche spaziarono dalla fisiologia animale e vegetale alla vulcanologia. Si distinse per l’accuratezza e l’originalità dei suoi protocolli sperimentali che compresero tra l’altro l’inseminazione artificiale e la digestione in vitro. Le sue ricerche sugli uccelli, oltre ad aspetti di natura fisiologica, riguardarono la migrazione di rondini, balestrucci e rondoni e la facoltà degli strigiformi di orientarsi al buio. [El. pubbl.: Prandi (1951) - Bibliografia delle opere di Lazzaro Spallanzani - Sansoni]

 

Taibel Alulah M. (1892 – Pisa? 1984)

Maggiore dell’esercito, laureato in scienze naturali e medicina veterinaria a Bologna fu libero docente in zootecnia e in genetica. Diresse la Stazione sperimentale di avicultura di Rovigo e fu consulente dei giardini zoologici di Torino e Roma per i quali compì viaggi di raccolta di animali in America centrale, in Africa e in India. Pubblicò oltre duecento contributi, in prevalenza ornitologici, con argomenti di genetica formale, ibridologia, endocrinologia e mutazioni. Si dedicò soprattutto allo studio dei columbiformi e dei galliformi, in particolare cracidi.

 

Tornielli di Crestvolant Annibale (Genova 10.XII.1926 – Parma 14.VIII.1992)

Conte e veterinario, si occupò di ornitologia pubblicando alcuni contributi a carattere per lo più locale su “Rivista italiana di Ornitologia” e “Gli Uccelli d’Italia”. Radunò una collezione di uccelli da lui stesso tassidermizzati, poi donati dagli eredi  al Museo di zoologia dell’Università di Parma, insieme alla ricca biblioteca ornitologica. La sua opera principale resta “Gli uccelli del Parmense” che, pubblicata per la prima volta nel 1965, fu riedita nel 1991 notevolmente accresciuta. Da ricordare anche “Gli uccelli del Parco Nazionale del Circeo” (1984), dedicata alla memoria di E. Moltoni, suo amico e compagno di escursioni ornitologiche.

 

Toschi Augusto (Imola, Bologna 4.IV.1906 – 21.VII.1973

Zoologo, fu docente di zoologia presso la facoltà di agraria dell’Università di Bologna e si occupò prevalentemente di teriologia e ornitologia. Partecipò a missioni scientifiche in Libia e in Africa orientale durante le quali raccolse considerevole materiale zoologico ed effettuò importanti osservazioni naturalistiche, oggetto poi di diverse pubblicazioni. A lui si devono anche numerosi contributi faunistici sugli uccelli italiani, dei quali studiò per lo più aspetti relativi alle migrazioni e al prelievo venatorio. Sua è la nota monografia “Avifauna italiana” edita nel 1969 e ripubblicata in tre volumi nel 1986. Dal 1959 al 1973 fu direttore del Laboratorio di zoologia applicata alla caccia. [El. pubbl.: Leporati L., (1973) Riv ital. Orn., 43: 509-515]

 

Trischitta Antonino (Messina 28.I.1892 – Milano 12.XII.1966)

Naturalista ornitologo e tassidermista, ideò una singolare nomenclatura biologica ternaria. In campo ornitologico pubblicò venticinque contributi, tra articoli e brevi note, sull’avifauna sicula. Descrisse pure numerose nuove sottospecie di uccelli italiani la cui validità è risultata quasi sempre discutibile. Procurò materiale ornitologico, che preparava da sé, a numerosi musei e collezionisti. La sua collezione di uccelli è confluita in parte nel museo di Randazzo (Catania) e in parte in quello di Terrasini (Palermo). Fu tra i redattori della “Rivista italiana di Ornitologia” dal 1923 fino alla morte. [El. pubbl.: Moltoni E. (1967) Riv. ital. Orn., 37: 79-85]

 

Turati Ercole (Busto Arsizio, Varese, 10.VII.1829 – Milano, 30.VIII.1881)

Industriale del ramo cotoniero e conte, fu appassionato raccoglitore di uccelli sin dalla prima giovinezza. Radunò una splendida collezione ornitologica che arrivò a comprendere 20661 esemplari tassidermizzati di oltre 7000 specie, oltre a 700 scheletri e 3000 uova. Provenienti da tutto il mondo, frutto di cacce personali e di acquisti presso i principali esploratori e naturalisti commercianti, gli esemplari della collezione Turati furono donati dopo la sua morte al Museo civico di storia naturale di Milano. Purtroppo nell’incendio del museo di Milano (1943) la raccolta fu decimata e dei circa duecento tipi presenti in origine ne sussiste solo la metà. Pubblicò solo due note ornitologiche in collaborazione con T. Salvadori.

 

Valli da Todi Antonio (attivo tra il XVI e XVII secolo)

Fu il primo autore a pubblicare un’opera ornitologica in lingua italiana. Dopo aver curato la pubblicazione di una raccolta di incisioni ornitologiche redigendone le didascalie (1600), diede alle stampe nel 1601 la sua opera più importante il cui titolo completo ben descrive i contenuti: “Il canto degl’Augelli. Opera nova. Dove si dichiara la natura di sessanta sorte di uccelli che cantano per esperienza e diligenza fatta più volte. Con il modo di pigliarli con facilità, & allevarli, cibarli, domesticarli, ammaestrarli guarirli dalle infermità, che à detti possono succedere. Con le loro figure o vinti sorte di caccie, cavate dal naturale da Antonio Tempesti”. Il testo valido ed originale fu plagiato da G. P. Olina che lo riprodusse, con nuove incisioni, nella ben più fortunata “L’Uccelliera” (1622).

 

Vallon Graziano (Slano, Croazia 25.III.1851 – Palmanova, Udine 26.IV.1926)

Impiegato delle ferrovie e ornitologo, radunò una pregevole collezione di circa 2200 uccelli del Friuli che andò distrutta nel primo conflitto mondiale. Una nuova raccolta allestita nei suoi ultimi anni di vita si conserva nel Museo friulano di scienze naturali di Udine dove è pervenuta dall’Istituto tecnico locale. Fu corrispondente dell’Inchiesta ornitologica di E.H. Giglioli per il distretto di Udine e pubblicò oltre 50 lavori sulle avifaune di Friuli, Veneto, Trentino e Italia in generale; tra questi il “Libro degli Uccelli” (1911) e i numerosi resoconti delle “Escursioni ornitologiche nel Friuli” (1887-1920). [El. pubbl.: Bonomi A., (1931) Riv. ital. Orn., 1: 49-58]

 

Vandoni Carlo (Milano 12.VI.1884 – Milano 3.II.1968)

Medico chirurgo e membro della commissione consultiva del Museo civico di storia naturale di Milano, si occupò di erpetologia e ornitologia. Con E. Moltoni curò la seconda (1931) e la terza (1960) edizione dell’opera di G. Martorelli “Gli uccelli d’Italia”, aggiornandola e ampliandola con note aggiuntive e con illustrazioni da lui realizzate. Pubblicò inoltre cinque note sulla “Rivista italiana di Ornitologia” e radunò una pregevole collezione di oltre ottocento uccelli in pelle o naturalizzati, da lui stesso preparati, che donò al museo di Milano dopo la distruzione del 1943, per contribuire alla ricostituzione delle raccolte. [El. pubbl.: Moltoni E. (1968) Riv. ital .Orn., 38: 192-196]

 

Whitaker Joseph I. S. (Palermo 19.III.1850 – 3.XI.1936)

Industriale nel settore enologico, fu eminente archeologo e attivo ornitologo. Radunò una ingente collezione ornitologica di quasi 10.000 esemplari, specializzata soprattutto nella fauna mediterranea in cui confluì la raccolta di Thomas Littleton Powys, meglio noto come Lord Lilford. La collezione Whitaker, dopo la morte del possessore, fu suddivisa tra i musei di Edimburgo, Belfast e Tring. Pubblicò una quarantina di lavori soprattutto su Tunisia, Marocco, Libia e Sicilia. A quest’ultima regione è dedicata circa la metà dei contributi a stampa, quasi tutti in lingua italiana. Scoprì e descrisse il Codibugnolo di Sicilia (Aegithalus caudatus siculus); il suo nome è legato anche alla sottospecie siciliana della Coturnice chiamata in suo onore Alectoris graeca whitakeri da Schiebel.

 

Zaffagnini Carlo (Massalombarda, Ravenna 20.IV.1852 – Monticiano, Siena 31.X.1915)

Dipendente delle ferrovie, fu appassionato ornitologo e abile tassidermista. Radunò, insieme alla moglie Augusta, una notevole collezione ornitologica di circa 2100 esemplari (1500 naturalizzati e 600 pelli), ricca di rarità, anomalie e interessanti serie, che per lascito testamentario pervenne al Museo zoologico dell’Università di Bologna.

 

Zangheri Pietro (Forlì 23.VII.1889 – Padova 25.II.1983)

Ragioniere, direttore della casa di riposo di Forlì e naturalista eclettico, radunò un gigantesco museo privato ricco di oltre 150.000 esemplari tra animali, piante, rocce, minerali e fossili, tutti provenienti dalla Romagna, passato poi al Museo civico di storia naturale di Verona. Conseguì nel 1956 la libera docenza in geobotanica e pubblicò quasi 200 lavori, di cui una ventina a carattere zoologico. Famoso è il suo manuale “Il Naturalista esploratore, raccoglitore, preparatore” che ebbe sei edizioni tra il 1951 e il 1981. Sugli uccelli scrisse il “Primo censimento completo della avifauna di Romagna” comparso prima a puntate sulla “Rivista italiana di Ornitologia” (1934-1938) e poi ristampato in volume unico (1938). Firmò anche alcune note su “Avicula” e “Rivista italiana di Ornitologia”. [El. Pubbl. in: Omaggio a Pietro Zangheri naturalista – Comune di Forlì, 1985]